martedì 5 luglio 2011

“APPUNTI” della CONFERENZA di JULIO VELASCO

         –BENESSERE NELLO SPORT-
 
                           FABRIANO 26 FEBBRAIO 2010
 
 
 
Ø Vivere una partita, un incontro significa vivere e salvaguardare le emozioni della vita. Emozioni belle. Emozioni brutte. Comunque emozioni autentiche.
Ø La delusione di una sconfitta ci insegna molto, esattamente come possiamo imparare dall’euforia per la vittoria
Ø A differenza della prima che permane a lungo, quest’ultima è effimera: i punti e le prodezze del campionato precedente rimangono nel campionato passato, si perdono nel tempo.
Ø I migliori di “quel”campionato non sono i MIGLIORI in assoluto: ogni campionato bisogna ricominciare da capo e dimostrare di nuovo.
Ø Ci domandiamo perché abbiamo vinto o perché abbiamo perso? Si fa fatica ammettere che l’altro è stato più bravo o, peggio, più fortunato (ammissione : siamo degli sfigati )
Ø Se vinciamo abbiamo davanti agli occhi una lente a colori, se siamo gli sconfitti, abbiamo una lente grigia che condiziona la nostra vita e tutti i nostri giudizi.
Ø Magari ci capita di vincere per una palla fortunata. Si vincono o si perdono i campionati del mondo per due punti, due palle fortunate o sfortunate.
Ø Per tutta la vita ho incontrato persone che non mi hanno apostrofato ricordando le vittorie, ma ricordando la finale persa…”Però,quella finale….”
Ø In realtà  posso vincere oppure perdere anche per pochissimi punti, forse 1, ma sono tranquillo sapendo di aver dato tutto. Il “dare tutto” è indice di serietà, serietà come impegno, che a sua volta è indice di divertimento: i bambini quando giocano si divertono,ma si divertono solo se riescono a farlo, il gioco in cui sono impegnati. E questo è un segreto: FARE LE COSE BENE, qualunque cosa si faccia. A volte si rinuncia e si dice: tanto non mi importa…. Non ti importa oppure non accetti di avere dei limiti e di non riuscire? Fondamentale a livello educativo è l’accettazione dei propri limiti per superarli. In questo caso molto influente risulta essere la formazione che deriva dalla pratica degli sport individuali. Anche lo sport di squadra è essenziale: NON SONO IL PIU’ FORTE MA HO UN RUOLO E HANNO BISOGNO DI ME.
Ø Una componente fondamentale nello sport risulta essere la MENTALITA’ VINCENTE. Il corpo parla ed esprime la sensazione di sicurezza o di insicurezza.
Ø I campioni hanno PAURA? SI. I campioni hanno DUBBI? SI Bernardi, campione di pallavolo dichiarò in un’intervista che prima di ogni incontro aveva le mani sudate. Non aveva paura di ammetterlo. E Bernardi riusciva a superare quella paura ogni volta  perché sapeva di averla e sapeva che l’avrebbe superata. L’interrogativo risulta essere: vinco io o vince la paura? IMPARARE SENZA MAI SBAGLIARE E’ IMPOSSIBILE. L’errore è uno straordinario mezzo per imparare .
Ø E inoltre tutti sbagliano: Impossibile trovare uno perfetto e anche se lo fosse lo troveremmo antipatico e fuori luogo.
Ø Lo sport che pratichiamo ci aiuta a misurare i nostri limiti con le virtù e le caratteristiche degli avversari, ci aiuta a conoscere i nostri PUNTI FORTI e PUNTI DEBOLI. Più che una partita-CONTRO gli avversari è una partita-CONTRO di noi, o forse a nostro FAVORE
Ø Velasco:… nello sci sono un disastro, ma quando arrivo in fondo alla mia pista bianca sono euforico perché non sono caduto, sono riuscito nel mio intento; a volte cado e mi rialzo e ci riprovo con maggiore impegno, con divertimento
Ø REGOLE: Lo sport è un GIOCO REGOLAMENTATO, e la regola da al gioco più importanza. I bambini quando giocano a nascondino hanno delle regole ferree: guai a trasgredirle; bisognerebbe portare il nascondino alle nazionali.
Ø Senza regole non si può giocare, ma è fondamentale l’accettazione della regola e questo avviene solo se le REGOLE sono CONDIVISE. Lo sport è un mezzo per crescere nella consapevolezza e nel rispetto sociale.
Ø E’ fondamentale questo aspetto SOCIALE dello sport. Quello più diffuso invece è il modello paradigmatico dello sport ad alto livello. Dovrei sentirmi un fallito se non sono riuscito a giocare in serie A? Nella vita ciò che veramente conta è riuscire a fare ciò che ti piace. COSA TI PIACE FARE VERAMENTE NELLA VITA?  Mi piace la musica…bene, vivi per la musica…considera che LA VITA NON E’ UNA SCALA DI COMPARAZIONE. Riflettete dunque bene su cosa vi piace veramente fare e fatelo.
Ø Fondamentale nello sport è anche la SPINTA A MIGLIORARE: lasciamo un punto per raggiungerne un altro perché vogliamo migliorare. NON GIOCARE 2 SE VALI 4!!!! Ma non credere di essere 4 se vali 2: in questo una grande influenza l’hanno i genitori: il CAMPIONE DI PAPA’…DAMMI UN 5 CAMPIONE…Se mento a mio figlio e lo sopravvaluto non gli voglio bene; e il figlio può anche equivocare : mi vuole bene solo se sono un campione…se non sono un campione sono una merda… I genitori spesso sbagliano…se mio figlio si realizza o meno nello sport non sono affari miei, SONO AFFARI SUOI, E’ LA SUA VITA. Non trattiamo i GIOVANI come se fossero DEBOLI;  ricordiamo sempre che i giovani hanno la peculiare capacità di cambiare di adattarsi quindi di conseguenza di migliorarsi. Evitiamo i giudizi che incasellano i giovani in categorie prestabilite e impariamo da loro il fatto che ciascuna persona deve essere RICONOSCIUTA COME E’  e non perché fa parte di una categoria.
Ø Se debbono essere criticati, critichiamoli, se debbono essere puniti, puniamoli, ma non giudichiamoli e mandiamoli alla gogna per una cosa che hanno fatto.
Ø No alle frasi killer: SEI SEMPRE IL SOLITO… non c’è futuro in questa frase anzi incoraggiamoli con un “TU PUOI ESSERE MEGLIO“, ”CE LA PUOI FARE
Ø NO AI “PORI COCCHI” come si dice da noi, gente con le ali tarpate e il futuro precluso.
Ø Errore opposto è quello di difenderli ad oltranza. Non togliamo dalla loro strada l’ostacolo della professoressa “ingiusta”, ma trasformiamolo ai loro occhi come 1 opportunità per diventare più forti, trovando il modo di aggirare o di superare  l’ostacolo. FONDAMENTALE E’ TRATTARE I GIOVANI COME “FORTI”. Debbo arrivare a vederli così: dice un frase che CIASCUNO CRESCE SOLO SE SOGNATO…e poi che allenatore potrei essere se non insegno loro a giocare quindi a lottare, quindi a battersi, quindi a superare gli ostacoli, quindi a conquistare la vittoria? A volte capita di avere dei giocatori non tanto forti e allora non bisogna mentire perché essere AUTENTICI è essenziale. Importante in questo caso è passare il messaggio: è vero, c’è qualcuno più bravo di te, ma anche te vali molto….
Ø Non ho mai sopportato delle frasi tipo “SONO DI UN ALTRO PIANETA” non potremo mai batterli. Tutto sta nella testa…alleniamoci in maniera adeguata, potremmo colmare il GAP…nothing is impossibile…
Ø La teoria dell’allenamento è in continua evoluzione;quando abbiamo perso contro l’Olanda guardavamo i centrali che saltavano a vuoto anche un centinaio di volte a partita….SALTARE A VUOTO…ci sembrava un lavoro inutile e invece era un lavoro importante per la squadra…LAVORAVANO PER LA SQUADRA…”roba da giapponesi” si diceva…vent’anni dopo lo fanno tutti….
Ø Queste frasi killer rappresentano la pessima mentalità comune…ci aspettiamo tutto, anzi a volte si tifa, affinché il favorito perda….roba da mediocri…così ci livelliamo tutti (SINDROME DELL’AUTOSTRADA ). Voglio che il mio gruppo sia diverso, tento di inculcargli la mentalità di ESSERE LI’ SUL PODIO A QUALUNQUE PREZZO…sembrerebbe una esagerazione, ma in realtà non lo è perché troppo spesso ho visto che gli allenatori buoni o buonisti scatenano la cattiveria del gruppo. I ragazzi più difficili sono i figli dei genitori buoni e democratici. Dobbiamo invece dare ai giovani dei buoni motivi per scappare da noi. Un genitore che non ti ha mai deluso ti mette la palla al piede: ti rende schiavo: non ci sarà mai nessuno al mondo che sarà capace di amarti come ti amo io….e se hai la testa invasa da qualcuno che fa tutto per te non ti metterai mai in gioco con l’amore,l’amicizia, l’impegno, perché è FATICA…Se non hanno VOGLIA DI FARE è perché QUALCUNO GLIEL’HA TOLTA.
Ø C’è molta differenza tra lo SCONFITTO e il PERDENTE….UN MONDO DI DIGNITA’… e non perdiamo mai di vista che tra i PERDENTI possiamo trovare sia BRAVE che PESSIME persone e che analogamente tra i VINCENTI possiamo trovare sia PESSIME che BRAVE  persone
Ø L’EFFICACIA della vita ha poco a che fare con le nostre emozioni e con i nostri sentimenti e con la nostra morale.
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Ø p.s.: mi scuso con J. Velasco se non è stato riportato in modo sempre corretto il suo pensiero; e approfitto ringraziandolo del prezioso contributo per queste riflessioni

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