mercoledì 28 settembre 2011

"COME ALLENERO' QUEST'ANNO ?" -Per tecnici del settore giovanile-

“COME ALLENERO’ QUEST’ANNO ?” 
“Io sono fatto così!!!”
“Io ho questo carattere!!!”
“Io sono sempre stato abituato così!!!!”
“Io ho sempre fatto così!!!!!!”
“per me va bene così!!!!!”
“Io la penso così!!!” 
Quando si inizia un nuovo STAGIONE  bisogna sapersi rinnovare mettersi in discussione.
Costruirsi una leadership
(da “Gestione delle risorse umane”  P.Drucker, 2009)

• La leadership non è un diritto calato dall’alto , ma è qualcosa che viene riconosciuto dal basso
• Il leader deve continuare ad essere un riferimento credibile e riconosciuto nel tempo
• Oltre al consenso ed al coinvolgimento nel tempo è imprescindibile il raggiungimento di un alto livello di coerenza
• Aggiungere l’elemento temporale (persone e risultati) impone di considerare la leadership come qualcosa di mutevole “Il cambiamento”
• Il “cambiamento” è diventato una dimensione con cui è necessario che “tutti” ma nel nostro caso ALLENATORI, dirigenti e organizzazioni sportive devono prenderne atto.
 Il “cambiamento” prevede la messa in discussione delle proprie abitudini, della propria stuttura mentale, del proprio modo di porsi, di fare, di parlare, di insegnare, di organizzare  di vedere la propria interazione con l’attività da un punto di vista diverso, nuovo,  quindi comprendere e condividere i nuovi obiettivi e la  struttura necessaria per raggiungerli.
• Chi non si adatta al cambiamento  è destinato a rimanere fuori dalle dinamiche comunicative dall’interazione tra soggetti
• Non è più possibile pensare di raggiungere risultati eccellenti rimanendo sempre gli stessi, rifiutando di mettersi in discussione
• Questo potrebbe significare anche mettere in dubbio ciò che fino a ieri ha portato risultati o ciò che negli anni è sempre stato considerato punto di forza..
• Il mettersi in gioco, nei rapporti, dovrebbe valere, naturalmente, a tutti i livelli: quello organizzativo, di team, del singolo dirigente, del tecnico, dell’atleta di tutto l’indotto.
La motivazione come valore

  1. Sviluppare il senso di appartenenza
  2. Valorizzare il ruolo e il contributo di ognuno
  3. Promuovere il consenso sulle decisioni
  4. Mediare i conflitti, tutelando soprattutto  i deboli senza condannare i più forti
  5. Da gratificare a RESPONSABILIZZARE
Un po’ di teoria non fa mai male, questa è una piccola dose, che è necessaria per iniziare la fase del cambiamento . La Pallavolo  negli ultimi anni ha avuto molti mutamenti dovuti a tanti fattori che non credo sia il caso di sottolineare, il dato rilevante è che tutti siamo d’accordo che per migliorare la qualità occorre modificare alcuni costumi e abitudini (purtroppo negative)  che lentamente hanno affondato le radici nel quotidiano delle nostre palestre, occorre “UN CAMBIAMENTO” siamo tutti disposti’
Per produrre il “cambiamento” bisogna volerlo, questo processo ha bisogno di 4 elementi fondamentali:

Condivisione
Disponibilità
Tempo
Pazienza
Coerenza
  
COSTRUZIONE  di un  MODELLO
Costruire un ambiente positivo,  formativo e motivante, promuovere la qualità, l’educazione, la motivazione, la partecipazione, non subire, o limitare al 8-10% gli abbandoni. Promuovere il talento ma anche  la pratica dell’attività sportiva.
 Io nel progetto:
La completa condivisione ci impone di :
“Sentirsi funzionali al sistema e non satelliti di un sistema”
“Se decido di stare dentro…..scelgo di essere un protagonista”
 Iniziare per gradi,   per costruire un modello , bisognerà definire alcuni aspetti importanti:

  1. Il metodo
  2. Le regole
  3. Il controllo
  4. La qualità
  
IL METODO

“ALLENARE  non vuol dire solo far crescere un atleta, ma soprattutto far crescere una persona,  chi è deputato alla formazione deve essere disposto anche al cambiamento, se necessario, dello stile personale. Deve essere disposto a studiare, apprendere ed applicare i principi pedagogici elementari.
‘ALLENAMENTO è un PROCESSO PEDAGOGICO GUIDATO………………………” 
Modificare l’habitat, attraverso la scelta dello stile.

                               “AUTORITA’ O AUTOREVOLEZZA” 
“G. Esposito, RU. Management A.“
La differenza sostanziale tra autorevolezza e autorità è rappresentata dall'origine dell’assegnazione dell'una o dell'altra.
L'autorità è corrispondente al livello gerarchico, quindi al potere del grado.
L'autorevolezza è invece riconosciuta dagli altri.
In genere, l'autorità è legata allo stile direttivo (ad esempio per comunicare ordini non negoziabili), quindi al superiore gerarchico, al "capo"; L'autorevolezza, invece, più efficacemente si associa allo stile partecipativo, quindi al consenso e alla capacità di convincere e di vendere, anche un'idea.
L’Autorevole è un capo che non ha  paura di perdere credibilità, al contrario, interviene con rapidità nel prendere decisioni e nel negoziare con la propria gerarchia. Il capo  autorevole, quindi, ha anch'esso una sua azione autoritaria, ma la sua dote maggiore è rappresentata dalla capacità soprattutto comportamentale, di comunicare con i suoi collaboratori individualmente, con tutto il gruppo ed esercitare quando necessario  la propria gerarchia.

Nell’ambito sportivo autorità e autorevolezza devono  essere entrambe presenti nella  persona dell’allenatore , lo stile autoritario risulterà fondamentale nella conduzione di allenamenti  e nei momenti di vita comune, lo stile autorevole sarà invece indispensabile nel difficile lavoro di equilibrio tra i rapporti allenatore-atleti-regole,  tra atleti-atleti-dinamiche di gruppo, tra allenatore-dirigente-società, tra allenatore-atleta-genitori.
IL tutto guidato da una grande dose di BUON SENSO.

LE REGOLE
Priorità di scelta:
  1. Educazione e comportamento (linguaggio  e regole comportamentali  durante tutta l’attività)
  2. Rispetto di persone e strutture ( allenatori, compagni di squadra, allenamenti, dirigenti, genitori, palestre, spogliatoi, pulmino)
  3. Comportamento sportivo (Arbitro, avversari, pubblico, trasferte) 
IL CONTROLLO 
ATTEGGIAMENTO  COERENTE “Alle parole seguono i fatti ….sempre”
  1. Profondo rispetto per la persona/atleta/giovane
  2. Stesso stile con tutti
  3. Stessa quantità comunicativa con tutti
  4. Stessa qualità comunicativa con tutti
  5. Stessa interazione con tutti
  6. Stessa attenzione tecnica  con tutti
  7. Un obiettivo tecnico ed agonistico per tutti
  8. Sviluppo per tutti del senso di appartenenza al gruppo ed all’attività
  9. Campo per tutti in proporzione alle capacità … MA PER TUTTI !!!!
ERRORI DA NON COMMETTERE 
Non lasciarsi influenzare da simpatie ed antipatie
Non lasciarsi condizionare dai furbetti
Non lasciarsi condizionare dalla bravura tecnica
Non lasciarsi condizionare da genitori antipatici
Non parlare mai di altre cose se non dell’accaduto
Non usare “mai” parole offensive neanche per scherzo
Non usare “mai” parole lesive neanche per scherzo
Non usare mai parole che indichino punizioni “corporee”
Non scendere mai sul personale
Non alzare mai la voce
Non perdere mai la calma
Non sentirsi chiamato in causa

PERDITA di COERENZA INDIVIDUALE

  • Avere un comportamento poco attento e superficiale
  • Mostrare con parole e comportamento , poca motivazione, poco entusiasmo
  • Avere un linguaggio demotivante e scoraggiante anche se per scherzo
  • Partecipare passivamente all’allenamento (allontanarsi dalla palestra, stare seduti, parlare con altri, parlare al telefonino)
  • Usare due pesi e due misure
  • Lasciarsi condizionare dal proprio umore giornaliero
  • Accanirsi sempre  contro  gli stessi
  • Non  considerare tutte gli atleti “persona” allo stesso modo
  • Non dare a tutti le opportunità tecniche, in allenamento e gara.
  • Essere poco propositivi in allenamento e gara perdendo subito la pazienza
  • Essere assenteisti
  • Incoerenza tra il dire ed il fare

PERDITA di COERENZA AMBIENTALE

  • Non rispettare il regolamento e le procedure
  • Avere un atteggiamento buonista per apparire più bravi degli altri
  • Mettere in dubbio l’operato di un altro tecnico o dirigente
  • Parlare privatamente, esponendo la propria contrarietà  al regolamento, alle procedure, ad un  episodio  e ad un provvedimento  sia con i diretti interessati che  con chiunque appartenente all’ambiente .
  • Contraddire pubblicamente l’applicazione del regolamento e delle procedure, ma discuterne privatamente
  • Prendere provvedimenti immediati  con atleti di altri gruppi  senza attivare le procedure
  • Scendere sul personale con altri tecnici, dirigenti, genitori………….

LA QUALITA’ 
PROCEDURE  PER UN ALLENAMENTO ORGANIZZATO 
PRESUPPOSTI
Puntualità
Avvisare con sms/tel/allenamento precedente per : assenze ritardi e permessi vari (pena l’applicazione delle procedure)
Si arriva in palestra 15’ prima dell’ora di allenamento (non un’ora prima)
Comportamento corretto negli spogliatoi e corridoi
ATLETI

Divisa da allenamento obbligatoria per tutti
Bottiglia o borraccia per bere durante l’allenamento
Elastico individuale, ginocchiere
  
ALLENATORE

Rete ben messa, carrello, palloni, altra attrezzatura necessaria , borsa medicinali
In tuta, con cartellina e programma di allenamento  e registro presenze.
Si entra il palestra solo al momento di inizio allenamento e non prima
Raduno in cerchio al centro del campo, per verifica presenze, presentazione allenamento
Allenamento:  non si parla , non si perde tempo, non ci si distrae,
Spiegazione esercizio  breve e chiara, correzioni se possibile, individuali senza interrompere, di squadra con brevissime interruzioni
Ogni blocco di lavoro 30’ circa, sosta per bere 45’’
Al termine raduno al centro del campo per comunicazioni e programmi
Controllo finale negli spogliatoi per verificare il comportamento

DA EVITARE
Di organizzare esercizi che escludono  alcuni atleti
Di organizzare esercizi, cambi e rotazioni che limitano sempre gli stessi atleti
Di organizzare esercizi troppo complicati e tecnicamente complessi
Di organizzare allenamenti sempre con la stessa struttura
Di organizzare esercizi che non abbiano una progressione crescente
Di provare sempre il sestetto che gioca senza mai provare gli altri
Di abbassare il livello qualitativo dell’allenamento per provare tutti
Di interrompere con frequenza gli esercizi
Di non interrompere mai gli esercizi


CONSIGLI PER FAR GIOCARE TUTTI SENZA ABBASARE TROPPO LA QUALITA’

Oltre ai cambi classici per ruolo, durante gli allenamenti:

Specializzare alcune riserve sulla battuta (per un cambio in battuta)
Specializzare alcune riserve per la difesa( per un giro dietro)
Specializzare alcune riserve per il muro o attacco per un giro avanti

I CAMBI, QUANDO?

Nella prima parte del set (fino a 16)
In set con uno scarto positivo o negativo di 4 punti
Al 3° set di una partita compromessa (che si poteva vincere)
In set con scarti superiori ai 6 punti
Distribuiti al 1° 2° 3° di una partita che si può vincere
Mai 2/3 cambi insieme quando si è in vantaggio di  2-0 (set)
Distribuiti  con parsimonia ed in maniera strategica in un set o partita equilibrata (cambio in : battuta,  a muro sul centrale avanti, in difesa sull’opposto in 2° linea che non riceve, al posto del palleggiatore basso per una posizione avanti, cambio avanti su un attaccante che non attaccherà comunque ……)

RAPPORTI SPORT/STUDIO

L’istruzione  deve rimanere la prima priorità nel percorso  formativo di una  persona, per cui nella nostra attività dovremo tenere in considerazione questo punto. Chiaramente bisognerà giocare d’anticipo, con alcuni passaggi importanti:
  1. Chiedere periodicamente agli atleti il loro andamento scolastico
  2. Chiedere periodicamente ai genitori l’ andamento scolastico dei figli
  3. Concedere ogni tanto la pausa studio
  4. Chiedere la copia del pagellino/pagella
  5. In caso di scarso rendimento scolastico,  scegliere il periodo strategicamente “MIGLIORE” per una sospensione dalle attività, concordata con i genitori, per permettere il recupero.
  6. Non sovraccaricare troppo gli atleti, occupando ogni giorno con allenamenti e gare
  7. Ricordiamoci sempre che abbiamo a che fare con soggetti in fase di CRESCITA a  360°  e lo sport deve essere scelto e non imposto.            
Buon Lavoro......Mario Barbiero http://mariobarbiero.myblog.it/